Platone ai tempi della crisi

Per Platone la Giustizia non è niente altro che “fare le proprie cose”, ognuno per la propria inclinazione naturale psico-antropologica. Domandandovi se siate soddisfatti del vostro lavoro o se guadagniate abbastanza, perderei il tempo necessario a sottolineare l’ovvio. Ma per la Platone la Giustizia, la corretta armonia tra le parti dell’anima e del corpo sociale, è l’ideale verso cui tendere, una omeostasi sociale. Più uno stato è armonicamente equo, più i cittadini si sentono realizzati e, dunque, felici. Un po’ lontano dalla condizione attuale, eh.
L’isomorfismo platonico tra anima e stato (dove per anima non pensatevi strane derive fantasmatiche dell’era post Cristo, ma semplicemente l’individuo inner and outer. Per isomorfismo consultare il vocabolario) gli permette di fare una speciale classifica dei migliori governi possibili, tenuto conto del loro naturale decadimento.
1° Aristocrazia: aristòs in greco è il superlativo ottimo. Quindi non governi dei ricchi, ma governo dei migliori. I migliori governanti possibili sono coloro che vengono guidati dall’anima (personalità) razionale e nel farlo devono imporsi una censura, una limitazione al loro potere. Questa censura (in greco sophrosyne, altrimenti detta temperanza) è nient’altro che assumersi le proprie responsabilità di governanti (Nicole Minetti: non c’è bisogno di nessuna abilità specifica per fare politica) e legiferare nell’interesse di tutti (ad personam? Porcellum?). Ah, dimenticavo. Per Platone il quadro dirigente non dovrebbe avere proprietà privata, almeno fino al termine del mandato. In Italia non abbiamo avuto un’aristocrazia forse nemmeno ai tempi dei padri costituenti. Oppure li abbiamo sempre avuti, almeno fino alla fine della prima Repubblica, ed è questo il dramma.
2° Timocrazia: letteralmente governo fondato sull’onore. E’ già una prima degenerazione rispetto all’aristocrazia e per Platone si esplica nel governo da parte dei militari. Il classico golpe militare. Non so se il fascismo, specie agli inizi, possa essere derubricato ad una timocrazia. Certamente dopo è divenuto altro. Ma io ci butto nel mucchio anche i governi tecnici a là Monti. Se non è in campo economico che si combatte la battaglia sui domini nazionali, non saprei dove altro cercarla. Che si tratti di un governo timocratico, con tutto ciò che la parola ‘onore’ oggi può evocare, non lo reputo in dubbio. Ce stiamo a fidà pure troppo.
3° Oligarchia: questo sì governo dei ricchi. L’impulso desiderante verso l’accumulazione di prestigio e ricchezza credo sia uno stereotipo dominante nell’era ‘delle Libertà’. Che secondo me si comprime bene, nel caso italiano, con la più bassa forma di governo, la tirannide. Chi di voi sente puzza di Montezemolo?
4° Democrazia: ebbene sì. Non è nemmeno degna di andare a medaglia. Badate che demo-crazia non lo è nemmeno adesso, specialmente adesso. Platone intendeva un rovesciamento pressoché completo di quelle che erano le sue credenze su un buon governo. Con governo del popolo sosteneva che il ceto produttivo (panettieri, calzolai, agricoltori, artigiani, operai etc.) salisse al timone della città-stato e che le istanze della loro anima desiderante fossero quelle da soddisfare primariamente. Come ingrediente marginale ma speziato, dovete includere che in una democrazia, da che mondo è mondo, ognuno si sente legittimato ad esprimere la propria opinione e a vedere i suoi interessi singoli tutelati. Da questo punto di vista la rivoluzione democratica del movimento 5 stelle, si avvicina pericolosamente ai timori platonici. Anche perché sotto la democrazia (e con Grillo il rischio di trovarci il calzolaio di Brugnera è dietro l’angolo) c’è solo un’altra forma di mal governo.
5° Tirannide: governante affetto da incontenibili desideri di natura sessuale. Viene da ridere a pensarci bene; ed ora capirete anche il mio riferimento all’oligarchia. I governi Berlusconi (in special modo l’ultimo), sono stati una paradossale forma di tirannide oligarchico-democratica.

Ciò mi ha dato modo di pensare – ma sono certo che persino per Platone fosse chiaro-, che queste varie forme di decadimento del governo, non fossero fasi a compartimenti stagni, ma che sin dal governo degli ottimi, la lotta intestina tra anima razionale ed irrazionale, tra impulso e bisogno, penetrasse nel ruolo istituzionale che ricoprivano; provocando un’ossidazione dei costumi e di conseguenza delle scelte di governo che poi mutavano di forma mantenendo in apparenza la stessa struttura. Da una falla dell’anima ecco i mali dell’umanità, un po’ forte come immagine, ma indefettibile. Premetto che ai tempi del filosofo ateniese, probabilmente era la forza il miglior modo per conseguire il potere e che quindi queste divisioni avessero più senso; ma in una democrazia occidentale (e non)  molti dei difetti progettistici delle varie forme di governo vengono frullati insieme. Qual è il modo per uscirne, tenendo presente che è sempre la Giustizia il fine verso cui tendere anima e stato? Ammesso che la definizione fluida del governo Monti possa definirsi una timocrazia democratica, un governo fondato sull’onore ma tendente al basso (o al minimo) dei bisogni, l’unico modo per tornare ad un governo dei migliori, sarebbe eleggere i migliori. O produrci attivamente affinché i migliori emergano non solo attraverso strumenti strumentali come le primarie, ma attraverso una vera e propria inchiesta tra cervelli, idee, inclinazioni etiche e doti di leadership. Un po’ lo screening di curricula che si era ripromesso di fare Grillo, affinché la sua democrazia dal basso, diventi una democrazia illuminata. Ed è anche un po’ quello che stiamo cercando in Monti & Co. Capire se si tratti dell’ottimo o di uno come gli altri, possibilmente prima che lo diventi veramente.

Per onor di cronaca: Platone riteneva quella della città(stato) ideale una forma altamente desiderabile, ma realisticamente non perseguibile.

7 pensieri su “Platone ai tempi della crisi

    • Meglio un refuso in un post che uno in una riga di commento. Per ‘maiestatico’ intendi quel processo elettrico di quando ti togli un maglione acrilico? Ti va bene che fai eironeia dietro lo schermo di un computer, coperto dall’anonimia dei tempi moderni.

  1. Mi chiamo Lorenzo, Cormac. Ho scelto la traduzione perché altrimenti dovrei declinare pluralis e majestatis in base alla posizione grammaticale, un’accortezza troppo raffinata per degli appunti su Platone. Sono capitato qui per caso, in ogni caso diffido sempre dalle attese di moderazione dei commenti sui blog, di solito, troppe cose da nascondere e troppi guidizi da vagliare, e qui si spiega perché siano così pochi quelli che hanno il coraggio di commentarti, Cormac.

    • Per me capire Platone o adattarlo è difficile. E’ difficile penetrare il pensiero. Sono generalista, tuttologo (con tutto il limite che ciò impone). Sono anche uno che ha iniziato tardi ad interessarsi di certe questioni. Quello che invece mi riesce facile è comprendere le persone anche senza vederle. Un ‘potere’ inutile interessandomi poco le persone. Conosci le motivazioni del mio post? Conosci lo scopo dei miei ‘appunti a Platone’? Hai dovuto trovare una motivazione ‘grammaticale’ per smettere di leggere? (ammesso che tu abbia smesso). Hai trovato supponente la mia richiesta di accedere al vocabolario? Ti senti minacciato dalle parole? Dai, Lorenzo. Non giriamoci intorno: hai voluto dimostrare la tua supposta ‘superiorità’. Non hai saputo frenarti dal dover commentare in modo stupido e superficiale qualcosa che nemmeno ti compete, su un luogo che non frequenti, contro una persona che non conosci. Per me questo è peggio della stupidità, dell’insipienza grammaticale e anche dell’ignoranza: non tenere a freno il proprio ego, non moderarsi. Forse nella capitale siete abituati a guardare tutti dall’alto in basso; che sia un’eredità del grande impero decaduto? Le successive sparate su ‘moderazione’ e ‘andreia nel commento’ non fanno altro che alimentare questa disistima. L’impostazione è predefinita + io sono pigro –> accetto tutti i commenti che vengono scritti. Non faccio nessuna scansione sulla loro validità, altrimenti avrei cancellato senza rispondere. E se di sottigliezze stai parlando, allora tanto vale essere sottile e raffinato a tua volta, sennò il senso di quello che dici si perde.

      E per la cronaca: Alfred Whitehead, non ‘Lorenzo’ da Roma, disse che la storia del pensiero occidentale consiste in una serie di note a Platone. Quindi i miei appunti assumono immediatamente una valenza ontologica diversa. Questo blog è composto annotazioni personali, per il piacere di ordinare (o disordinare) quello che la mia mente ogni tanto partorisce. Diverso se avessi un ruolo istituzionale, se avessi una webzine di musica, ad esempio, dove in prima pagina sbaglio l’ausiliare con il participio. E concludo che vagliare i giudizi è qualcosa che lascio a chi crede che ci possa essere un sapere oggettivo verificabile, che non sia inquinato da una debolezza umana e soggettiva. Cosa che non hai affatto dimostrato. Tenendo presente che non accordandomi con il tuo linguaggio, non so nemmeno cosa intendi per ‘giudizio’.

  2. Anzi, toglimi una curiosità: diffidi delle attese ai commenti ‘sempre’ o ‘di solito’? Perché non si capisce. Certo che annotazioni di questo tenore da uno che si iscrive con una mail fake 906090@gmail.com è quantomeno comico. Perché ti sei sentito in dovere? Qual è il tuo vero scopo, farmi perdere tempo?

  3. Ho solo detto che i tuoi suggerimenti non invogliano la lettura, se pensi che chi ti legge non sappia cosa vuol dire “iso” combinato con “morfo” si dà per scontato che anche tu abbia dovuto consultare il vocabolario. E per inciso non trovo nulla di compliacato in ciò che hai scritto, e questo non significa che Platone sia facile. 906090 è il codice del mio bancomat.

    • Si suppone che su un blog wordpress, dove parlo anche di caccapipì, non tutti sappiano cosa voglia dire iso-morphè. Il fatto è che, più che un suggerimento elitario, era anche un modo per dire a) fatevi la fatica b) non sono il vostro wikipedia. Forse sei abituato a stare con gente di un certo tipo ma se vogliamo facciamo una prova su strada: vediamo qual è la statistica di persone intervistate che conoscono il significato di isomorfismo, poi chiediamo loro di dirci se abbiano un profilo facebook. Dal controllo incrociato vedrai che percentuali da imbarazzo. Poi che diavolo, già è un post noiosissimo, se non mi lasci nemmeno fare una boutade.

Lascia un commento